Essere donna in Uganda: tra sfide e speranze

L'Uganda ha compiuto progressi significativi nella lotta per l'uguaglianza di genere, permettendo a diverse donne di ricoprire alte cariche, come quella di Vicepresidente, Primo Ministro e Presidente del Parlamento. Diverse donne hanno anche concorso per la presidenza in varie elezioni nel paese.

Nonostante questi risultati e il fatto che la Costituzione garantisca pari diritti, la realtà quotidiana per molte donne, soprattutto nelle aree rurali dell'Uganda, è ancora segnata da sfide profonde, influenzate dalla povertà, dalla cultura e dalla tradizione.

Rappresentanza politica e diritti

A febbraio 2024, le donne occupavano il 34% dei seggi in parlamento, un segnale positivo verso una maggiore inclusione politica. Nonostante questi risultati, queste donne continuano ad affrontare ostacoli notevoli nel far sentire la loro voce nei processi decisionali a causa dei persistenti stereotipi di genere (UN Women, 2024).

Matrimoni precoci e gravidanze adolescenziali

I matrimoni precoci rappresentano una delle principali sfide per le donne ugandesi. Il 34% delle donne tra i 20 e i 24 anni si è sposato prima dei 18 anni, spesso a causa della povertà diffusa nelle aree rurali.

A questo si aggiunge un tasso di natalità adolescenziale preoccupante: nel 2017, si registravano 111,4 nascite ogni 1.000 ragazze tra i 15 e i 19 anni. Molte ragazze vengono emarginate o ostracizzate se rimangono incinte, e gli effetti a lungo termine sulla loro vita possono essere significativi (UN Women Data).

Le conseguenze? Complicazioni sanitarie, elevati tassi di abbandono scolastico tra le ragazze, in particolare nelle aree rurali, dove la gravidanza precoce e il matrimonio costringono molte di loro a lasciare la scuola, limitando gravemente le loro opportunità educative e lavorative future.

Violenza di genere

La violenza contro le donne rimane una questione allarmante. Nel 2018, il 26,1% delle donne tra i 15 e i 49 anni ha dichiarato di aver subito violenze fisiche e/o sessuali negli ultimi 12 mesi, numero che sale al 44% se si considerano le donne che hanno subito violenza fisica almeno una volta nella vita (UN Uganda, 2024). La denuncia di questi abusi è spesso ostacolata dalla stigmatizzazione sociale, dalla paura di ritorsioni e dall'inefficienza del sistema giudiziario. Nonostante l'esistenza di leggi contro la violenza di genere, la loro applicazione è spesso carente, lasciando molte donne senza protezione e supporto adeguato (UN Women, 2024).

Divario di genere nel lavoro

Le donne e le ragazze di età superiore ai 15 anni dedicano il 14,6% del loro tempo al lavoro di cura e domestico non retribuito, mentre gli uomini vi dedicano solo il 6,7%. Questa disparità limita le opportunità di partecipazione femminile al mercato del lavoro retribuito e allo sviluppo personale.

Le donne sono inoltre impiegate prevalentemente in settori informali e meno remunerativi. Ad esempio, circa 3,9 milioni di donne lavorano nel settore agricolo, ma molte di esse sono principalmente coinvolte in attività di produzione agricole, con un coinvolgimento limitato in aspetti chiave dell'industria e in ruoli di leadership (UN Women, 2024).

Salute materna

Un aspetto particolarmente critico è la salute materna. L'Uganda registra circa 284 decessi ogni 100.000 nati vivi, un dato che riflette le difficoltà nell'accesso a cure sanitarie adeguate. Questo significa che una donna su 66 rischia di morire a causa di complicanze legate alla gravidanza o al parto (World Bank, 2023).

Il contributo di Jackfruit

Nonostante i progressi legislativi e il crescente coinvolgimento delle donne nella politica e in ruoli da change-maker, l'Uganda rimane un paese in cui le donne affrontano sfide significative a causa di povertà, cultura, tradizione e stereotipi di genere.

Perché il cambiamento sia efficace, è fondamentale che una trasformazione concreta parta dalle nuove generazioni. In questo contesto, Jackfruit si impegna a:

  • Migliorare l'accesso all'istruzione per contrastare i matrimoni precoci e le disuguaglianze lavorative.

  • Fornire assistenza sanitaria per garantire cure di qualità e ridurre le morti premature e materne.

  • Investire in programmi di empowerment economico per aumentare l'autonomia e l'indipendenza finanziaria.

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